domenica 10 giugno 2012

Della meritocrazia e dei meritomani

Il concetto di meritocrazia indica un tipo di società in cui gli incarichi di responsabilità sono attribuiti esclusivamente in base a criteri di merito. Di conseguenza, il meritocrate è colui che di quel sistema di organizzazione dei rapporti sociali si fa fautore e promotore.
Chi vuole una società meritocratica si ritiene esso stesso meritevole? Sa di non essere migliore degli altri ma è sinceramente convinto che se i più bravi vengono adeguatamente incentivati tutti, lui compreso, ci guadagnano qualcosa?
A seconda dei casi il meritocrate si scaglia a testa bassa contro la gerontocrazia, le baronie universitarie, gli ordini professionali, i partiti politici e i sindacati, bersaglio privilegiato del suo livore antiegualitario travestito da vocazione riformatrice.
Il meritomane, ad esempio, vuole l'abolizione degli ordini professionali in modo che i giovani abbiano delle possibilità in più di inserirsi nel mondo del lavoro. Non sostenendo un esame di abilitazione in cui si dovrà essere valutati da membri della corporazione, i neolaureati potranno più facilmente accedere alla professione. Sarà poi il mercato a decidere chi può continuare a lavorare e chi dovrà chiudere bottega.
Accade spesso che gli aspiranti ingegneri, avvocati e commercialisti mantengano fermi i propri convincimenti meritocratici fino al momento in cui supera l'esame che consente l'esercizio della professione.
Un altro esempio: introdurre elementi di meritocrazia tra gli insegnanti determina l'innalzamento complessivo dei risultati scolastici. Se i docenti sono in competizione tra loro saranno motivati a lavorare meglio. Anziché lo stipendio fisso, determinato da un contratto collettivo nazionale, è preferibile essere retribuiti sulla base delle proprie reali competenze.
Il criterio meritocratico sarà la base per gli avanzamenti di carriera anche nelle pubbliche amministrazioni.
La meritocrazia raccoglie facilmente consensi: è facile volersi sentire migliori degli altri, non adeguatamente valorizzati, vittime di non si sa quale congiura livellatrice, deprezzati dai colleghi invidiosi, esclusi dai posti che contano perché sprovvisti di adeguate coperture politiche.
Per contro, chi mette in discussione la bontà del sistema meritocratico sarà apostrofato come invidioso, incitatore dell'ozio, propagatore di idee nefaste.


4 commenti:

  1. Insomma, se tu lavori fino alla consunzione oppure i tuoi alunni leggono sillabando in quinta PER COLPA TUA, tu meriti esattamente la stessa mercede. Se io studio e ho capacità e tu sei uno che non capisce una beata °°°°°, meritiamo entrambi di fare il primario. E poi della pinza nella panza è responsabile lo stato tiranno che taglia i fondi agli ospedali, io dico che si FORSE, e dico FORSE, si sfornano troppi analfabeti dottorati e costoro vengono mandati avanti a calci nel culo al posto dei veri dottori che saprebbero fare il loro mestiere. La meritocrazia è un mito in Italia, dove funziona tutto tramite aderenze, conoscenze e financo connivenze, poi chiediti perché tutti i paesi reagiscono agli shock meglio di noi. Forse perché c'è anche qualched'uno che sa quello che fa, eh, signor appiattimento verso il basso, forse per quello? Ah, abbasso la noia nei blog XD.

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  2. Facciamo un pò d'ordine. Il bambino che arriva sillabando in quinta elementare è un caso estremo, come pure il lasciatore di pinze nelle panze. Nella gran parte delle professioni in cui non vengono richieste delle competenze tecniche specifiche la maggior parte delle persone lavora con diligenza convivendo nello stesso ambiente con una minoranza di persone che lavora un pò meno compensata da un'altra minoranza che lavora un pò di più. Nella gran parte dei mestieri è assai difficile valutare chi merita di più. Stai a vedere che a meritare di meno saranno com'è come non è i rappresentanti sindacali scomodi e i responsabili per la sicurezza.

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  3. L'ordine lo devo fare io e non tu, amigo. Un conto è dire che la "meritocrazia" è dura da implementare in un sistema dove le persone vengono scelte spesso non per la competanza ma per la conoscenza, un conto è negare che esistano i "mandroni" finiti, gente che campa sul lavoro degli altri, ed alcuni seri e responsabili che mandano avanti la baracca. Insomma, la meritocrazia "all'italiana" si ritorcerebbe contro gli onesti, non vi è dubbio secondo me, ciò non toglie che la meritocrazia VERA sceglierebbe chi manda avanti la baracca. Valutare chi merita di più è semplice, basta vedere chi a lavoro ci va anche quando sta male per non incasinare il servizio, e chi se li inventa i malori, e tanti saluti a chi si trova incasinato. Per esempio, dico, eh, se si volesse fare veramente sarebbe un gioco.

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  4. Amico mio, in linea di massima io concordo con te sulla presenza di mandroni infiniti che scaricano il lavoro sugli iperonesti. Rimane la questione di fondo, cioè che tutti pensano di essere più meritevoli degli altri. Chi rimane fuori da la colpa a chi invece va avanti e fa carriera. Chi invece fa carriera si ritiene per ciò stesso meritevole, in base ad un ragionamento a posteriori. I meriti sempre i nostri e la colpa degli altri.

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