domenica 22 aprile 2012

La mattanza


I fatti di Genova 2001 costituiscono la più grave violazione dei diritti umani in Occidente dalla fine della seconda guerra mondiale.  Tra il 19 e il 22 luglio si  verificò una vera e propria cancellazione dei principali diritti politici. 
Sono passati oltre dieci anni. La verità storica e quella giudiziaria sono chiare, anche perché suffragate da centinaia di foto e da svariati filmati: violenze fisiche e psicologiche in danno dei fermati, sospensione degli elementari diritti processuali, come l'impossibilità di conferire con un legale o di comunicare la propria condizione di fermo.



I fatti della scuola Diaz e quelli della caserma Bolzaneto si inseriscono in un contesto di guerra urbana totale come non si era mai visto in Italia, neppure nei burrascosi anni Settanta.
Tanto la pessima gestione dell'ordine pubblico quanto il trattamento riservato ai fermati da parte delle forze di polizia sono stati oggetto di censura da parte di Amnesty International.

Il bilancio delle quattro giornate di Genova è spaventoso: centinaia di fermati, un morto, una città devastata, l'immagine internazionale dell'Italia fortemente compromessa.



 


Ad oltre dieci anni dai fatti Amnesty continua a chiedere all'Italia l'istituzione del reato di tortura, la condanna dell violazioni commesse dalle forze di polizia in danno dei manifestanti, una revisione della normativa di pubblica sicurezza specie per quel che concerne l'addestramento e il dispiegamento delle forze di polizia, l'uso delle armi da fuoco. Amnesty sottolinea inoltre come sia opportuno introdurre elementi di identificazione personale degli appartenenti alle forze dell'ordine che operano nel corso delle manifestazioni.

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