mercoledì 11 luglio 2012

Il crepuscolo dell'economia

<<Indubbiamente viviamo ancora i tempi dell'apoteosi dell'era economica. Postmodernità per alcuni, e più precisamente ipermodernità, sovramodernità o tarda modernità per la maggior parte degli analisti. Non siamo più nell'età dei Lumi, ma essenzialmente continuiamo a essere immersi nello stesso universo di senso. Il sistema capitalistico è sempre lì, e ben solido. Il mondo moderno che, a quanto Marx ci diceva, si stava annunciando come una immensa accumulazione di merci, è presente più che mai, con i suoi corollari del mercato e della moneta. Occupa di fatto l'intero pianeta. La lotta di classe è finita ed è il capitale ad averla vinta. Ha arraffato praticamente tutta la posta e abbiamo assistito impotenti, o indifferenti, agli ultimi giorni della classe operaia occidentale. Viviamo l'acme della onnimercificazione del mondo. L'economia non solo si è emancipata dalla politica  e dalla morale, ma le ha letteralmente fagocitate. Occupa la totalità dello spazio. E lo stesso vale per la sfera della rappresentazione. Un pensiero unico monopolizza lo spazio della creatività e colonizza le menti. La razionalità trionfa dappertutto e il calcolo costi - benefici si insinua negli angoli più reconditi dell'immaginario, mentre i rapporti mercantili si impadroniscono della vita privata e dell'intimità>>
(Serge Latouche, L'invenzione dell'economia, Bollati Boringhieri, 2010)

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