sabato 6 aprile 2013

Ce l'ho ce l'ho mi manca

   

La piccola storia che stiamo per raccontare si è svolta circa venticinque anni fa in un paesino alle porte di Sassari. I protagonisti sono i ragazzi di una scuola media. La maggior parte di loro coltivava una sana passione per il pallone; a qualcuno, invece,  tale passione era stata indotta. Era importante non sentirsi diversi e bisognava scegliersi una squadra per la quale parteggiare. Ricordo uno di loro, ma è un ricordo vago come una foto sbiadita e non sono neppure disposto a giurare di averlo incontrato realmente da qualche parte. Decise che avrebbe tifato per la Roma. La Juve era troppo popolare, sarebbe stata una scelta banale. L'Inter era la squadra degli sfigati ed era prudente  starne a debita distanza per non compromettere la propria reputazione. Il Napoli e la Samp potevano andare ma non godevano di nessuna seria tradizione. C'erano poi squadre blasonate ma cadute in disgrazia, come il Genoa, il Torino e il BolognaIl Milan, da poco nelle mani di un certo Berlusconi che di li a qualche anno avrebbe fatto parlare di se per altre ragioni, fu escluso a priori. Molti ragazzi indossarono in fretta e furia la maglia rossonera abbandonando la propria squadra.  La farsa si sarebbe poi ripetuta sotto forma di tragedia.
Era obbligatorio frequentare il campetto del paese. Vivamente consigliata la raccolta delle figurine Panini: un esempio di libero mercato. I ragazzi imparavano il valore delle libere e volontarie interazioni tra individui. Ciascuno di loro cedeva ciò che aveva in esubero e otteneva i pezzi che mancavano per completare la propria collezione. Ovvio che il mercato era falsato in partenza perché chi aveva più denaro per acquistare le figurine disponeva di una maggior quantità di doppioni che costituivano la moneta corrente con la quale effettuare gli scambi. Il cambio non era quasi mai 1 a 1. Ad esempio, il piccolo romanista cui abbiamo fatto riferimento si privava molto volentieri di due fuoriclasse come Van Basten e Maldini jr in cambio di un modesto Tempestilli, la cui immagine non era così gettonata ed era quindi facilmente reperibile. Le figurine potevano poi essere cedute in cambio di protezione ai ragazzi più corpulenti o offerte come lasciapassare per evitare le loro angherie. Per contro, i ragazzi minuti e gobbosetti, come da stereotipo votati allo studio e alla vita contemplativa, passavano all'incasso in concomitanza delle verifiche scolastiche più impegnative.
Combinando questi sistemi al limite della moralità, il neoconvertito alla causa giallorossa riuscì completare l'album, suscitando lo stupore e l'invidia dei compagni. 
Molti anni dopo ha imparato a dubitare delle virtù del mercato libero e quasi si pente di quella scorrettezza della quale per un po' è andato segretamente fiero. 
Pare che ora faccia l'insegnante, tifi per la  Nazionale dei Sardi e di nascosto continui a collezionare le figurine Panini.

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